mercoledì 9 settembre 2009

La prova del nove a Bolsena!



Ci risiamo.
Due anni dopo la mia gara di esordio nel triathlon mi ritrovo di nuovo sulla spiaggia del lago di Bolsena, è il 30 agosto, una splendida mattinata di sole, temperatura ottima, lago a 24°C (un brodo). Nel 2007 la mia gara fu una vera pena. Sbagliai nel nuoto mancando di virare alla prima boia, il che mi costò l'uscita dall'acqua nelle ultime 5 posizioni, dopodichè bucai in bici a 2km dall'arrivo facendomeli a piedi. Tempo finale 1h50', con solo 3 arrivati alle mie spalle. Stavolta l'obiettivo minimo è migliorare quella prestazione, ma non credo sia difficile.
Della squadra siamo io e Davide, e siccome girano voci sui suoi metodi per ottenere queste prestazioni, mi presento a Bolsena con un innocente paio di baffetti, suscitando ovviamente l'ilarità di Davide e di Sarita.
Ci prepariamo, sono un po' teso, ma una bella nuotata in acqua mi distende. Attorno a noi tutti i "mostri" che in verità mi mettono un po' di soggezione. Tutti atletici e tirati! E mi viene in mente sempre la stessa domanda di questi frangenti: ma chi me l'ha fatto fare?!?!?! Le chiacchiere con Davide sono un ottimo deterrente per la tensione, tanto da far arrivare il fischio di arrivo senza troppo penare. Come sempre mi suonano nelle orecchie le parole de "Il Gladiatore": al mio segnale...scatenate l'inferno!
Il mio compagno di squadra si butta sulla destra dopo pochi passi corsi in acqua, lo seguo, so che è più veloce di me, ma posso prendere la sua traiettoria. Le botte in acqua sono sopportabili, sono sul fianco destro della "tonnara", si sta bene. La prima boa arriva più velocemente del previsto, anche se è il tratto più lungo, recupero varie persone, mi tengo nel branco. Anche la seconda boa va via, sento la fatica che inizia a venire fuori, ho ancora energie per tentare di tirare sull'ultimo tratto, ma decido di risparmiare. Esco sul tappeto sulla spiaggia e vedo con piacere che sono insieme a Monica Gabbanelli, fortissima biker, quasi sicuramente arriverà seconda donna dietro alla Bonazzi.
Il cambio va un po' lento, con le braccia stanche la coordinazione peggiora, ma mi rende felice vedere che in zona cambio ci sono ancora tante bici!!! Esco e mi lancio in bici, i primi chilometri sono pianeggianti, posso tirare duro prima di iniziare la salita, che proprio il mio elemento non è...
Finisce l'asfalto, inizia un insidioso tratto misto terra battuta-ghiaia, veloce, pieno di curvette. Entro un po' troppo forte in una curva, devo tenere l'esterno, entro nella breccia, molto profonda, freno erroneamente con l'anteriore che se ne va senza diritto di replica, e mi spara dentro ad un insidiosa breccia, purtroppo molto affilata, che mi graffia pesantemente dalla caviglia destra fin dietro la spalla destra. Moralmente disarmato salgo di nuovo in bici, non ho niente di serio, riparto.
Mi brucia tutto, mi lavo un po' le ferite con l'acqua della borraccia, visto che sono pieno di terra. Il braccio destro mi sanguina, ma mi permette di continuare la gara, idem la gamba. Una valanga di persone mi passano! Mi tiro su il morale ripetendomi che "sono migliorato nel nuoto...ora i ciclisti mi superano...per forza!!!".
La salita è dura, ma me la ricordo, scorre bene, pochi tratti tecnici dove non mi lascio intimorire. La parte in discesa è purtroppo almeno per metà in ombra degli alberi, quindi gli occhiali scuri sono veramente poco indicati, freno un po' più del necessario per non prendermi rischi, vista la giornata non mi pare il caso!!! FInita la discesa, di nuovo la parte di pianura di raccordo con la zona cambio, le gambe girano ancora, non scendo mai sotto i 40km/h.
Lo so che ora verrà il momento peggiore, la corsa. Mentre lascio al bici sento lo speaker che esulta per il vincitore in arrivo, è passata 1h09'. Bene, ho 41' per correre per migliorare due anni fa. I temuti crampi si presenteranno presto, per cui parto piano, e funziona, nessuno si presenta. Ok, ho risparmiato un po' di energie, posso usarle, mi ripeto! Ma non sapevo che il mio giudizio era decisamente errato. Infatti, quando un gruppetto mi ha superato, ho tentato di allungare il passo, subendo un netto rifiuto dalle mie stanche gambe. E va bene, niente da fare, cerchiamo almeno di non camminare! Alla fine del primo giro di corsa Davide mi supera, è la fine del suo secondo giro. Mi incita, ma non funziona... Passa anche il secondo giro, un po' una sofferenza, sono quasi costretto ad andare per inerzia. Altri atleti mi superano, senza che io riesca ad accennare una minima reazione. Vedo l'ultima curva e l'ultimo che mi ha superato, con 20-30 metri di vantaggio. Vedo Davide che mi aspetta alla staccionata, urla come un forsennato...dai che le gambe tirano! Allungo decisamente la falcata per uno spunto inaspettato, supero l'altro concorrente al doppio della velocità, e vado a tagliare il traguardo in 1h37'. Cotto come una faraona dopo due ore in forno!
La gara è stata divertente, come al solito, ma sicuramente turbata dalla caduta. Non ci penso più, mi lavo le ferite da sangue e terra e mi lascio affettuosamente curare dalla mamma di Davide (ha una "pozione erboristica" per le ferite che mi ha lasciato a bocca aperta!!!!!!! E non in senso figurato!!!).
Rientro a casa un po' deluso, potevo veramente fare meglio, ma soprattutto perchè gara e località sono veramente bellissime.
Ora non mi rimane che tagliarmi i baffi...







Nessun commento:

Posta un commento